| Il contesto Quello di cui possiamo essere certi è che nel corso del IV secolo l'evolversi delle dinamiche sociali, politiche e culturali denominarono, come in tutta la produzione artistica greca, così nella drammaturgia, un'evoluzione profonda. Il teatro attico, legato in modo strutturale alla vita della collettività civica, non potè non subire il peso soverchiante del mutamento storico che portò al tramonto della polis come protagonista delle dinamiche storiche e a un'improvvisa dilatazione in prospettiva ecumenica dell'orizzonte culturale della grecità. Il cambiamento rovesciò ogni prospettiva sul piano politico, sociale, religioso e culturale. Anche il pubblico, destinatario dello spettacolo teatrale, subì una selezione profonda, un cambiamento della sua stratificazione sociale: da rappresentanza dell'impero corpo civico si ridusse a espressione prevalente delle classi sociali economicamente più forti, quindi più ridotto nel numero e assieme più omogeneo nella sua costituzione, in sintonia con i contenuti del nuovo teatro. La revisione strutturale del dramma di Menandro e degli altri autori della "nèa" rispetto a quello dell' "arkaia", con la scomparsa dell'agone, della parabasi, dei canti corali ridotti a interludi tra un atto e l'altro, delle parti cantate, dimostra che non c'è più bisogno del coro come mediatore istituzionale della collettività, una volta venuta meno la partecipazione totalitaria del corpo civico. Venuti meno i grandi conflitti del teatro antico e le iniziative dell'ipertrofico eroe comico spesso contro il principio di realtà, il nuovo teatro si ispira costantemente al criterio di verosimiglianza, all' "eikòs" raccomandato da Aristotele, un criterio su cui, a partire da Menandro, si fonderà tutta la tradizione comica europea, a partire dalla "palliata" latina. La compatibilità con il reale si realizza in modo perfetto se l'interesse del poeta si ripiega verso la sfera del privato, verso l'universo domestico, l'unico presidio rimasto in un mondo all'improvviso sterminato, troppo lontano dalla misura politica tradizionale, troppo poco rassicurante, anche se aperto a prospettive audaci e promettenti per gli uomini animati da spirito d'avventura. La cura del microcosmo familiare e dell' "èthos" che deve governare i rapporti tra gli uomini risente della temperie culturale largamente influenzata dalle filosofie ellenistiche, nuovi capisaldi ideologici in un mondo privato di ogni riferimento ideale. Le vicende delle quali è tessuta la Commedia Nuova sono vicende realistiche perchè compatibili con i dati dell'esperienza comune, anche se le violenze sessuali e le esposizioni di neonati, antefatto di molti drammi menandrei e dei comici della "nèa", furono forse sovrarappresentate per finalità drammaturgiche. I personaggi della scena hanno la stessa composizione sociale del pubblico, che può così stabilire una piena identificazione emotiva con quelli. Da grande fatto comunitario la commedia diventa preminentemente spettacolo, che ha la funzione di rassicurare con il lieto fine convenzionale. Il poeta comico si propone di divertire creando diversivi piacevoli e ben costruiti, soffusi anche di grazia attica e saggezza morale.
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