Anite di Tegea, Epigrammista del primo ellenismo (III secolo a.C.)

« Older   Newer »
  Share  
MAguSS
view post Posted on 26/8/2005, 18:49




Anite ('Anùte) nacque e visse a Tegea, in Arcadia, la regione più interna e montuosa del Peloponneso, tra la fine del IV secolo e i primi decenni del III secolo a.C. Gli antichi la conobbero come (melopoiòs) "cantante lirica", ma dei suoi carmi lirici non è rimasto nulla. Gli epigrammi superstiti, in tutto una ventina, hanno colorito dorico, tanto nella lingua quanto nello stile. Fra i temi trattati nei suoi epigrammi si distingue un gruppo di epicedi per la morte di animali; in altri sono invece tratteggiati quadretti rustici che già evocano l'ambiente festoso dell'idillio teocriteo. Schizzi paesistici, scene naturali, epitafi per piccoli animali disegnano temi minori trattati con sensibilità, con gusto ellenistico per la dimensione privata del vivere congiunto con semplicità ed eleganza formale.
 
Top
MAguSS
view post Posted on 26/8/2005, 19:04




Ecco alcuni epigrammi di Anite:

I bimbi in groppa a un capro

Quei bimbi, o capro, ti han messo due briglie di porpora, e dentro
la tua bocca villosa hanno infilato un freno;
e attorno al tempio del dio con te van correndo le gare
ippiche, onde li porti docile al gioco.


I distici che ci descrivono i bimbi che ruzzano intorno al tempio, cavalcando il capro imbardato di purpurei finimenti, paiono desunti dall'intaglio di una gemma o da un bassorilievo ellenistico. Pittura e scultura rivaleggiano, infatti, in questo tempo, nel ritrarre la vita degli animali.

In morte di un grillo e di una cicala

A un grillo, usignolo dei campi
e a una cicala, ospite delle querce,
piangendo molte lagrime infantili,
una tomba comune fece Miro.
Ade crudele le strappò di colpo
i suoi amati trastulli.


Epigramma delicato che coglie il pianto di una fanciulla cui Ade ha strappato un grillo e una cicala: il motivo diventerà poi tradizionale, cristallizzandosi nel topos già in Anite, finchè Catullo non lo rinnoverà, con profonda adesione sentimentale nell'epicedio per la morte del passero.

Per la statua di una fanciulla

Oh! non a te lo splendore del talamo e i sacri imenei:
la madre a te su questa tomba di marmo pose
una fanciulla che ha proprio la tua statura e bellezza,
o Tersi: ti possiamo parlare benchè morta.


Un epigramma per la statua di una fanciulla, posta sulla sua tomba: questo consentimento all'illusione mesta della madre che non sia fredda e inanimata cosa, estranea al suo affetto, quella fanciulla marmorea che ha la bellezza della sua Tersi, è una delle note più gentili dell'Antologia.

Paesaggio agreste

Siedi, o tu, sotto la florida chioma di questo bel lauro,
e bevi la dolce acqua della vergine fonte;
sì che affannate dall'afa estiva le care tue membra
riposino blandite dal respiro di Zefiro.


Gli epigrammi di Anite chiudono, nella brevità dei distici, scene agresti di stampo bucolico, anticipatrici di quelle, certo più aperte e varie, di Teocrito; con fine gusto decorativo e sensibilità per particolari caratterizzanti sono disegnati, come elementi paesistici di un tipico quadro bucolico, un albero, una fonte o un ruscello e una fresca radura.

 
Top
1 replies since 26/8/2005, 18:49   3372 views
  Share