| Alcuni epigrammi:
Bugie d'amore Non credere d'ingannarmi con suadenti lacrime, Filenide. So bene, nessuno certo ami più di me, per quanto tempo accanto a me giaci; ma se un altro ti avesse, diresti di amare lui più di me.
Con ironico distacco il poeta sorride alle dichiarazioni di amore di Filenide; ma l'amore, con Posidippo, è piacere fugace, non passione profonda e durevole: non conosce lacrime vere, così come non conosce rimorso, rancore o gelosia.
Un miracolo di Asclepio Arcas di Creta, sordo, incapace di udire il fragore del litorale e del vento subito dopo il voto di Asclepio tornò a casa capace di udire anche le parole attraverso i mattoni.
Un epigramma del gruppo di componimenti votivi, commissionati dai fedeli di Asclepio, dopo le miracolose guarigioni ottenute nel tempio di Epidauro.
I sogni del soldato Facendo un sogno più grande di lui Aristosseno l'Arcade, aspirava da sciocco a grandi cose. Credeva di dormire, sposo di Atena, nella casa di Zeus Olimpio, tutta la notte in un talamo d'oro. Al mattino, svegliatosi, si scontrò con una falange di nemici come se in cuore avesse l'impeto di Atena. Mentre sfidava gli Dèi, il nero Ares lo mise a dormire ed egli se ne andò, falso sposo, nell'Ade.
Epitafio burlesco su un soldato troppo ambizioso nei sogni, smentiti poi dalla realtà. Il sonno popolato di sogni si assimila così al sonno eterno della morte.
Scorbutico anche da morto Perchè vi siete fermati qui, presso di me? perchè non mi lasciate in quiete, chiedendomi chi io sia e di che stirpe o di quale paese? Accanto al mio sepolcro tirate avanti! Io sono Menezio, figlio di Filarco da Creta, di poche parole come capita a chi è in terra straniera.
Epigramma che, pur di genere sepolcrale, appartiene al gruppo dei "tròpoi", i "caratteri". Lo scorbutico Menezio, in questo caso, non si smentisce neanche da morto.
Lisippo, scultore di Alessandro "O Lisippo, scultore di Sicione, ardita mano, vigoroso artista, davvero ha sguardo di fuoco il bronzo che tu hai composto a immagine di Alessandro! non meritano certo biasimo i Persiani: sono da perdonare i buoi, se fuggono il leone".
Così terribile è l'aspetto di Alessandro, superbamente ritratto da Lisippo, che i Persiani vanno perdonati se non hanno saputo resistere alla sua forza indomabile. L'epigramma era già compreso sotto il nome di Posidippo nell'Antologia Planudea e l'inclusione ha permesso di identificare in Posidippo l'autore degli epigrammi restituitici dal papiro di Milano.
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